Intervista a Felice Tagliaferri

Artista a Bordo di settembre ed ottobre 2022

Artista a Bordo di settembre ed ottobre 2022

Riccardo Benedini Aprile 2023
Aprile 2023

Noto come lo scultore che da forma ai sogni, Felice Tagliaferri si racconta durante il suo viaggio in mare verso la Barcolana di Trieste, storica regata velica internazionale a cui presenzia con la sua mostra itinerante “Vedere oltre la Vista”

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L’INTERVISTA 

 

Buongiorno a tutti, mi chiamo Riccardo Benedini ed ogni mese navigo con artisti, designer e creativi nel Mar Mediterraneo a bordo del caicco Lycian Princess per trasformare gli oggetti in autentiche esperienze da vivere.

Mi trovo qui oggi in compagnia dello scultore Felice Tagliaferri, che il 7 settembre scorso ha inaugurato, proprio durante la Mostra del Cinema, la prima mostra galleggiante accessibile a persone con disabilità visiva.

 

Ciao Felice. Sei da più di un mese a bordo. Come ci si sente ad esporre le proprie opere in mezzo al mare?

 

Ci si sete benissimo, anche perché è nata una famiglia con te, con l’armatrice della barca, con tutte le persone che ci girano attorno e chiunque sale a bordo è un po’ come se facesse parte della famiglia, quindi è veramente bello e stimolante fare questo lavoro.

 

“Vedere oltre alla vista” è il nome che abbiamo scelto per questo percorso tattile sensoriale a bordo della barca. Vediamo qui alcune opere. Ci puoi descrivere la tua istallazione per Lycian Princess?

 

”Vedere oltre la vista” perché molte cose non si vedono solo con gli occhi, ma si vedono toccando le opere quindi secondo me l’esperienza che deve fare chiunque è di venire a bordo e provare a toccarle.

 

Ho visto che tu non lavori solo il marmo, ma anche altri materiali. Abbiamo selezionato per questa installazione delle sculture facili da gestire e da portare a bordo. Ce n’è qualcuna in particolare a cui sei particolarmente legato?

 

Di queste che sono a bordo? L’incastro perfetto perchè è quello che mi ha portato via più tempo per lo studio proprio della scultura.

 

Quando ci siamo conosciuti la scorsa estate, volevamo trasformare un elemento apparentemente instabile come l’acqua in un luogo accessibile attraverso la creatività. Cosa significa per te la parola “accessibile”?

 

Accessibile? Allora tieni presente che l’acqua non ha barriere architettoniche, l’acqua non ha pali, l’acqua non ha marciapiedi, quindi è totalmente accessibile. L’acqua è femmina, quindi è accogliente. E pensare di portare delle sculture immerse nell’acqua è il massimo della possibilità che un artista ha.

 

Per questo percorso tattile sensoriale abbiamo selezionato delle opere che esprimono molta ironia. Faccio alcuni esempi: l’Architetta. Questa scultura in marmo a forma di seno con degli archi che lo sostengono, oppure la scultura a forma di sedere con una presa della corrente. Le persone che vengono a bordo sono rimaste sorprese dall’ ironia che le tue opere trasmettono. Quanto questo fare ironia ti ha supportato nel creare?

 

Allora io sono ironico di natura quindi, per me, qualsiasi cosa deve far sorridere. Il fatto di fare quelle strutture è proprio un modo per avvicinarmi alle persone in maniera anche differente, cioè non solo come lo scultore, il creatore. Per fargli capire che sono un po’ come loro.

 

In questo mese a bordo abbiamo avuto un’affluenza, direi straordinaria, di persone molto diverse che sono venute a trovarci e hanno letteralmente lasciato la terraferma per ascoltare la tua storia. Parlo di attori emergenti della Mostra del Cinema, così come di studenti universitari. In una tua intervista recente, ricordo che hai parlato di “comunicazione cardiaca”, cuore a cuore. Mi puoi raccontare meglio questo concetto?

 

La “comunicazione cardiaca” è innanzitutto il contatto fisico con le persone. Guidandole sulle sculture con le mani c’è contatto fisico ma anche un contatto di natura diversa. Il fatto cioè di trattare le persone da persone e non come io fossi un personaggio, fa sì di abbattere tutte le barriere e di entrare direttamente nel profondo con loro.

 

Tu usi un’espressione che mi ha colpito molto sin da quando ci siamo conosciuti ovvero : “vedere con le mani e toccare con gli occhi”. In particolare, qui abbiamo la scultura “Ombra”. Mi racconti cosa rappresenta?

 

Ombra fa parte di una serie di sculture delle cose mai viste, cioè mai toccate. L’ombra di un uomo tu la vedi, ma non la puoi toccare. Io ho ricreato una serie di fermi immagine come la “Donna con i capelli nel vento”, come le “Fiamme del fuoco”, come la “Nuvola”. Sono cose che nessuno ha mai toccato ed in questo modo offro la possibilità a chiunque di poterle toccare per mera curiosità,  ma quando parliamo di non vedenti, ovvero di chi nasce non vedente, il discorso è diverso. Loro devono toccarle per conoscenza, perché l’arte deve passare anche attraverso la conoscenza e la conoscenza di queste cose secondo me è fondamentale.

 

Durante la mostra “Vedere oltre la vista” c’è stata una scultura in particolare che ha suscitato molto interesse ed è stata forse la più fotografata. Ce l’ho qui tra le mani ed è il “Cuore con le orecchie”.

 

Pensavo la “Presa per il culo” ahah

 

Ahaha. Quella è alla fine del percorso sensoriale.

 

Okay okay.

 

Come è nata questa scultura?

 

Questa scultura nasce perché le persone quando ascoltano, non ascoltano solo con le orecchie, ma bisogna entrare in un ascolto empatico e ascoltare col cuore.

 

 

Io volevo ricordare a chi ci ascolta che non è la prima volta che tu celebri questo legame con Venezia, una città a cui sei legato da diverso tempo. So che dopo la pausa dettata dal Covid hai ripreso un progetto di percorsi tattili con la Collezione Guggenheim. Come è nato questo questo progetto all’interno del museo?

 

È nato in modo molto simpatico, nel senso che Valeria Bottalico già lavorava per il Guggenheim. Ad un certo punto è venuta a fare un laboratorio con me e ha detto “io voglio fare questa cosa”. Il progetto si chiama “Doppio senso”, dove lei si occupa del senso della vista, io del senso del tatto. Con questo progetto le persone capiscono quanto sia importante toccare perché nella “restituzione” che fanno durante i laboratori assieme a me, alla fine restituiscono veramente quello che hanno toccato.

 

Noi siamo attualmente in viaggio per Trieste, dove presenzieremo alla Barcolana, storica competizione internazionale di barca a vela e parteciperemo con un’opera molto importante, ovvero la “Carta dei diritti delle Persone con Disabilità”. Raccontami questo viaggio.

 

Questo viaggio nasce tre anni fa con il mio desiderio di scolpire questa Carta dei Diritti delle Persone con Disabilità con le due mani che la sorreggono, scritta in quattro lingue. L’intento è quello che qualsiasi Capo di Stato, incidendo le proprie iniziali con martello e scalpello, tolga un po’ di marmo al fine di rendere più fruibile la Carta dei diritti da parte di tutti. Una volta riempita la carta di firme, sarà venduta all’asta e il ricavato verrà devoluto a qualche associazione che si occupa di persone con disabilità nel mondo. Attualmente me l’ha già firmata il Capo di Stato di San Marino, quindi non partiamo da zero.

Un viaggio appena cominciato e vedremo nei prossimi mesi dove ci porterà. Un viaggio non solo fatto di arte ma soprattutto di emozione e contatto umano, reso possibile grazie a Lycian Princess che porta in mare quest’opera. Un progetto condiviso anche con il noto velista Andrea Stella, che tra  ci sta aspettando a Trieste con il suo catamarano WoW e colgo l’occasione per salutarlo.

Noi ci incontreremo domani, prima della competizione Barcolana per tenervi aggiornati con il nostro viaggio. Io e Felice stiamo già organizzando delle esperienze culturali inclusive su Venezia ma intanto godiamoci l’arrivo a Trieste.

Grazie Felice per avermi dato l’opportunità di raccontarti attraverso questo progetto di arte itinerante.

 

Grazie a te per esserti dimostrato quello che sei, quindi un amico.

Intervista a Felice Tagliaferri

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